E' l'equazione di Drake. A voi il compito di capire il motivo per cui l'ho usata come intestazione del mio blog. Mi piacerebbe che questo fosse uno spazio per esprimere i pensieri e le riflessioni che mi ronzano in mente e per ricevere le opinioni positive e, soprattutto, negative di chi le riterrà comunque meritevoli di una lettura.

venerdì 11 febbraio 2011

Zona Cesarini

Popoli liberi, ricordatevi di questa massima: si può conquistare la libertà, ma non si riconquista mai.
J. J. Rousseau


A volte mi assale il timore di essere, tutti quanti, ad una festa danzante. Sul Titanic. Ognuno partecipa come può. C'è chi balla giù in terza classe, cercando di non spintonare nessuno (ultimamente si sta sovraffollando). Chi balla spensierato nel salone principale, tranquillo e felice, perché la nave è inaffondabile. Chi sta sul ponte di comando e non vede l'iceberg che si avvicina, perché è troppo impegnato a pensare alla fine del turno, quando potrà andare a mangiare qualcosa al buffet della festa anche lui, prima che gli altri finiscano tutto.
La credibilità del nostro paese è prossima allo zero. Non poteva essere altrimenti, data la qualità della classe dirigente. Di una cosa però sono convinto: ce la meritiamo. Il pesce puzza dalla testa, dicono. Vero, ma "la sovranità appartiene al popolo", la testa siamo noi. Che Berlusconi fosse un pericolo per la democrazia era lampante già all'inizio. Dubito che le cose siano andate in questo modo per errore, solo perché non siamo stati abbastanza lungimiranti. Secondo me ci abbiamo sguazzato. Non ci sembrava vero che finalmente ci fosse qualcuno che i nostri porci comodi ci permettesse di farli alla luce del sole. Montanelli disse che avevamo bisogno del vaccino. Lo spero. Se aveva ragione, significa che il nostro organismo ha tempi di reazione estremamente lenti. Di certo, questa è la fatidica ora della verità. Se il duce di Arcore supera anche questa, è veramente finita. Voglio essere ottimista. Diciamo che invece non ce la fa. Avremo imparato la lezione? Trovo il berlusconismo una degenerazione patologica dei lati negativi della nostra natura italica da stereotipo-verità. È squallido da dire, ma è vero. Spero che saremo in grado di tornare indietro sui nostri passi, anziché cadere nel baratro.
In una nazione normale esiste un livello minimo di pensiero autonomo, alimentato da cultura e valori condivisi, che permettono la sopravvivenza e la crescita di un paese. Noi abbiamo deciso di delegare la fatica a qualcun altro, che ha detto "ghe pensi mi". Un presidente del Consiglio che tenta di rovesciare le basi della nostra democrazia per sottrarsi alle leggi che non è ancora riuscito a piegare.
Dice bene Saviano, non ha senso avere le mani pulite se si tengono in tasca. Chiunque senta anche solo un minimo di sacrosanta indignazione ha il dovere di esprimerla in piazza e cercare di convincere gli altri. La manifestazione di domenica 13 febbraio è in difesa delle donne, ma è anche l'ennesimo tentativo di ricreare quel livello minimo di pensiero libero.  È stato organizzato un sit-in qui a Lione. Probabilmente non ci sarà più di una ventina di persone (fra cui io e la mia ragazza), orgogliosissime di mostrare che gli italiani non sono tutte pecore o, peggio, invidiosi di Berlusconi. Purtroppo è questa l'idea che hanno di noi all'estero. 
Non abbiamo più molto tempo. Speriamo che l'anestesia finisca presto. E dire che poco più in là, dall'altra parte del Mediterraneo, ci stanno dando il buon esempio.

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