E' l'equazione di Drake. A voi il compito di capire il motivo per cui l'ho usata come intestazione del mio blog. Mi piacerebbe che questo fosse uno spazio per esprimere i pensieri e le riflessioni che mi ronzano in mente e per ricevere le opinioni positive e, soprattutto, negative di chi le riterrà comunque meritevoli di una lettura.

mercoledì 2 marzo 2011

Chi ha paura del teorema cattivo?

Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione.
V. Hugo


Alzi la mano chi conosce il nome dell'autore della Divina Commedia. Bene, adesso quelli con la mano alzata siano così gentili da spiegare in cosa consiste il principio di Archimede. Se state balbettando, questo post è dedicato a voi.
Le affermazioni del ministro Tremonti, secondo il quale con la cultura non si mangia, mi fanno rabbrividire. Non sono una di quelle persone che distinguono la cultura fra scientifica e umanistica e trovo ottuse, oltre che riduttive, le discussioni sul primato dell'una rispetto all'altra. Sono sempre stato affascinato dalle materie scientifiche e tecniche, tanto da farne l'oggetto della mia formazione. La curiosità su come è fatto il mondo è parte di me fin da quando smontavo i giocattoli. Trovo che alcune equazioni siano espressioni raffinate dei concetti di bellezza ed eleganza che l'arte persegue. Per tutti questi motivi, non riesco a sopportare lo scempio della cultura scientifica a cui assistiamo in Italia. Gli elenchi dei personaggi che hanno dato lustro alla nostra terra vanno quasi sempre da Dante a Pirandello, ma raramente includono Galileo, Volta o Fermi. Ma della retorica mi interessa ben poco. Il vero problema è la tragica insufficienza della conoscenza di concetti scientifici basilari.
Qualche volta mi capita di guardare "L'eredità"... Comprendo la reazione iniziale ma vi prego di continuare a leggere (da bambino mi affascinavano i quiz televisivi e qualcosa mi dice che mi porterò questa tara nella tomba).  Il livello medio delle domande poste ai concorrenti è vergognoso, ma voglio soffermarmi su quelle di natura scientifica. Innanzitutto, è già raro che vengano poste. Approssimativamente, direi che si tratta di una domanda su dieci circa. D'altronde, mi sembra logico che argomenti come spettacolo, fantasia, moda, abitudini delle star, curiosità stupide, siano più interessanti... Se poi un disgraziato concorrente dovesse fare i conti con un così crudele quesito, la faccia sorridente-disperata di autocompiacimento è d'obbligo. Se poi la domanda riguardasse un concetto anche lontanamente riguardante quell'arte demoniaca chiamata matematica, scatta la frase di rito "In matematica sono proprio negato/a" o le sue versioni alternative "In matematica sono sempre stato/a una schiappa", "Avevo 4 in matematica", etc... Il bello (?) è che queste frasi vengono sempre pronunciate quasi con orgoglio, o comunque con l'atteggiamento di chi sa che sta per suscitare simpatia in chi lo ascolta. Io invece li prenderei a pedate. Dovresti vergognarti! Perché è un fattore di vanto l'essere ignoranti in matematica/scienze, mentre nessuno oserebbe dire in pubblico "Io non so nulla di storia"? Riporto una chicca della puntata di ieri. Domanda: "Il quadrato di un numero dispari è sempre un numero pari. Vero o falso?". Un risolino idiota si stampa sul volto del concorrente. Di fronte a un tale dilemma, dopo secondi di palpitante esitazione, il malcapitato esclama "Vero". Carlo Conti non corre a prenderlo a schiaffi, come bisognerebbe, ma gli dice "E invece è falso! D'altronde 3 x 3 fa 9, quindi...". Il concorrente è eliminato e se ne va con lo stesso risolino di prima, incredibilmente senza ricevere uova marce e pomodori in faccia. Provate a porre una semplice domanda di fisica al classico "uomo della strada". Che ne so, cosa sono i raggi X? La risposta è un attimo di silenzio in cui gli si accappona la pelle, poi comincia a farfugliare qualcosa sugli ospedali, alla fine ti rivolge uno sguardo quasi di rimprovero sarcastico, come a dire "Non sono mica Oppenheimer!" No, forse non sa neanche chi sia Oppenheimer.
Non ce l'ho affatto con chi si riconosce in questa descrizione. La colpa di fondo non è mai di chi è nell'ignoranza (anche se un po' di iniziativa personale non guasterebbe) ma di chi ce lo lascia. Se c'è una cosa che ho imparato dalla mia esperienza tra i banchi di scuola è che non serve a nulla memorizzare dei concetti a forza, cercando di soffocare l'odio verso certe materie. Il miglior insegnante non è quello che assegna più compiti a casa ma quello che fa nascere la voglia di aprire un libro in più o di guardare le cose ad occhi aperti. A volte penso che il mestiere dell'insegnante sia il più bello e difficile del mondo, perché hai nelle mani il futuro delle persone. Se fossi un insegnante di matematica cercherei di far capire ai miei studenti che senza gli integrali che ho appena spiegato dovrebbero andare nel bosco a cercare un po' di legna, perché il forno a microonde a casa non funzionerebbe. Se insegnassi fisica, cercherei di convincerli che ciò che li tiene sul motorino non è il loro formidabile equilibrio psicofisico, ma l'effetto giroscopico.
Il compito della scuola è formare i cittadini di domani. Gli stessi cittadini che ricevono la bolletta della luce con i rendiconti in kWh e non sanno di cosa si tratta. Gli stessi che al bar intavolano discussioni sull'opportunità o meno di tornare all'energia nucleare senza sapere cos'è la fissione nucleare.
Ancora una volta, i media hanno una fetta non indifferente di responsabilità. Il messaggio che si fa passare è che la cultura sia un affare per "sfigati", e la cultura scientifica per "sfigatissimi". Quanti programmi di divulgazione scientifica vengono trasmessi in TV? Non vi azzardate a dire "Voyager"! A che pagina è, se esiste, la sezione "Scienza" del vostro quotidiano preferito?
Qual è la conseguenza di tutto ciò? Faccio solo un esempio. Chi di voi ha sentito parlare di omeopatia? Un concetto piuttosto in voga, vero? Probabilmente conoscete anche qualcuno che si è rivolto a uno specialista omeopatico. Quanti sanno in cosa consiste davvero l'omeopatia? Lo sapete che un medicinale omeopatico è fondamentalmente acqua e ha lo stesso valore di un oroscopo? Oops...

7 comments:

Gan ha detto...

Ciao, volevo solo ringraziarti per tutte le cose belle ed importanti che stai scrivendo da Metilparaben. Sono maledettamente fiero ed orgoglioso che esistano italiani come te.
Grazie di cuore, e un abbraccio!

Salvo ha detto...

Sono io che ti ringrazio per le bellissime parole! Dall'altra parte mi intristisce il fatto che certe banalità non siano ancora patrimonio di tutti. La cosa peggiore è che pochi alzano la voce come dovrebbero, perché pensano che la faccenda non li riguardi...

Anonimo ha detto...

hai ragione, perfettamente ragione, direi. Ma i mali della scuola sono molto più profondi e i ragazzi come noi (!) che vogliono fare gli insegnanti si scontrano con così tanti problemi e precarietà che ...PASSA LA VOGLIA! passa ai giovani, figurati a chi l'insegnate lo fa da anni!! Ma la colpa non è degli insegnati, è una categoria che troppo spesso ha subito! é una situazione tristissima ma anche allarmente visto che ogni anno gli iscritti alle facoltà scientifiche calano drasticamente e, usando le parole di un docente universitario che conosco, "ogni anno proponiamo lo stesso test di ingresso eppure i bocciati aumentano...vuol dire che qualcosa non va nella formazione..." Bene, allora cosa non va? i programmi? i continui cambiamenti? ...altro che riforme delle scuole...

Anonimo ha detto...

non ho firmato il precedente...scusa!
Chiara

Salvo ha detto...

Chiara, abbiamo detto la stessa cosa. La colpa è distribuita fra tanti. Gli insegnanti ne hanno forse meno, ma pensa a quelli che hai avuto tu. Di quanti puoi dire "era un bravo insegnante"? A me ne vengono in mente 3-4. Al di là dei nomi, casualmente sono quelli che ci mettevano qualcosa in più, quelli che trasudavano passione e amore per la loro materia.
Sono d'accordo anche con il tuo docente universitario. Se i nostri genitori, con gli stessi programmi (ahimé!) studiavano più di noi, forse c'è una ragione anche extra-scolastica. Io credo che sia legata all'idea di cultura che oggi si coltiva. Anche solo il fatto che una volta la cultura era un fattore di ammirazione di per sé. Oggi la cultura non serve se non a trovare lavoro. Non hai mai sentito nessuno dire: "Che si studia a fare, tanto poi il lavoro non c'è per nessuno"?

Anonimo ha detto...

io aggiungerei "che studio a fare, tanto se conosco le persone giuste il lavoro lo trovo lo stesso". mamma mia...sembro super pessimista, scrivo sempre in negativo. Forse dovresti scrivere sul pessimismo tra i giovani...almeno mi sentirei realizzata! ;) e comunque viva Voyager, l'unico programma che mette in dubbio tutto ma non dà mai una risposta: chiude sempre così "Ma allora Paul Mc Carteney è morto ed è stato sostituito da un sosia oppure no? NON LO SAPREMO MAI"...allora di che stamo a parlà?!?!
Chiara

Salvo ha detto...

Visto che Giacobbo ha tanto interesse per Atlantide, perché non ci si trasferisce?

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