E' l'equazione di Drake. A voi il compito di capire il motivo per cui l'ho usata come intestazione del mio blog. Mi piacerebbe che questo fosse uno spazio per esprimere i pensieri e le riflessioni che mi ronzano in mente e per ricevere le opinioni positive e, soprattutto, negative di chi le riterrà comunque meritevoli di una lettura.

domenica 13 febbraio 2011

Se non ora, quando?

Accettare la civiltà quale essa è significa praticamente accettare la decadenza.
G. Orwell


Vorrei tornare sulla manifestazione di oggi. Cito dal vademecum: "La manifestazione è promossa dalle donne, ma – come diciamo nel nostro appello – la partecipazione di uomini amici è richiesta e benvenuta". Come ho già detto nel post precedente, io oggi sarò in piazza con la mia futura moglie. Spero anche di vedere altri uomini, perché la presenza maschile è una delle chiavi dell'auspicabile successo della mobilitazione. Mi rivolgo ai miei "colleghi" di genere. Sarebbe troppo facile disinteressarsi del problema della condizione femminile, o, peggio, dare una sorta di appoggio esterno, limitandosi a "tifare" per loro. Non sono d'accordo col direttore di Avvenire, che ha dichiarato che appoggia la manifestazione e che se fosse una donna scenderebbe in piazza anche lui. Così è troppo comodo. Di chi è la colpa della situazione attuale? Non siamo forse, come uomini, almeno corresponsabili (si discuterà poi se è peggio sfruttare o farsi sfruttare)?
Vorrei trarre qualche spunto da alcune riflessioni che ho visto stamattina, spulciando fra vari blog. Su "Il nuovo mondo di Galatea" c'è un'interessante osservazione sul lavaggio del cervello da parte dei media berlusconiani sulle nuove generazioni. Nonostante l'incessante, e per molti versi fruttuoso, lavoro di sostituzione di valori con disvalori, c'è una massa di persone che fa resistenza, e non si piega allo sfascio culturale e morale. La presenza di coloro che dovrebbero essere portatori dell'innovazione o, più banalmente, i "giovani" (ah, l'ho detto!), sarà un'altra chiave del successo della manifestazione. Ho notato con piacere che il pubblico di bifolchi che ieri affollava il teatro "Dal Verme" (ottima scelta della location) era composto principalmente da over 50. A proposito delle bestialità urlate da Ferrara, rimando al bell'articolo di Giulia Blasi sul suo blog. Voglio credere che Kant sarebbe più felice di sapere che i suoi libri servono a non far ballare un divano, piuttosto che sentire come le sue parole vengono piegate per giustificare gli alti concetti  espressi da Piero Ostellino e Iva Zanicchi. Dite a Ferrara che è vero che Kant scriveva che la legge non serve ad insegnare la morale ad un popolo, e che il "legno storto" dell'umanità non può essere raddrizzato con la forza, ma che nella mente di uno dei padri dell'Illuminismo questo equivalesse ad un "tana libera tutti" per commettere qualsiasi nefandezza da parte di chi guida un popolo è tutto da dimostrare.
Tornando al ruolo dei media, cito la riflessione su "Uomo bianco alla periferia dell'Impero", dedicata a quel fulgido esempio di TV culturale che è Simona Ventura. Per uno strano caso del destino, mentre oggi le donne saranno in piazza per dimostrare che "oltre alle gambe c'è di più" (il fatto che sia una citazione di Sabrina Salerno e Jo Squillo fa venire la pelle d'oca), la Ventura sarà impegnata a mostrare le tette e i culi delle ballerine che, com'è ovvio, sono d'obbligo in una trasmissione sul calcio. Magari poi promuoverà l'ennesima edizione del suo programma di approfondimento culturale "L'isola dei famosi".

A questo punto torna l'interrogativo di prima. Gli uomini sono sicuramente colpevoli di aver subdolamente schiacciato il movimento di emancipazione femminile e piegato e vanificato la rivoluzione sessuale. Allo stesso tempo, però, le donne non hanno opposto molta resistenza e hanno permesso che una loro piccola minoranza assoggettasse l'intera categoria, offrendosi al drago, per citare Veronica Lario. Simona Ventura è da condannare senza appello, ma le ballerine? Sono vittime e carnefici allo stesso tempo.
Esco.

2 comments:

Sara ha detto...

La manifestazione di domenica mi ha emozionato molto e ancora di più vedere che in piazza c'erano tanti uomini. Del resto chi toglie la dignità alle donne, squalifica anche gli uomini proponendo un modello maschile corrotto e degenere.
W gli uomini della piazza! Sara

Salvo ha detto...

Hai ragione, non si tratta di solidarietà fra generi. Gli uomini in piazza domenica dimostrano che non siamo tutti come Berlusconi.
Salvo

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