E' l'equazione di Drake. A voi il compito di capire il motivo per cui l'ho usata come intestazione del mio blog. Mi piacerebbe che questo fosse uno spazio per esprimere i pensieri e le riflessioni che mi ronzano in mente e per ricevere le opinioni positive e, soprattutto, negative di chi le riterrà comunque meritevoli di una lettura.

giovedì 17 febbraio 2011

Questione di coerenza

La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta.
I. Asimov


Oggi mi riprometto di non parlare di Berlusconi. Vediamo se ci riesco...
Nell'ultimo post avevo accennato alla sentenza di pochi giorni fa con cui la Corte di Cassazione auspica una revisione delle leggi sulle adozioni, in modo da permettere l'adozione ai single. Mi sembra un argomento di una certa importanza. Nel mezzo della bufera in cui ci troviamo per via delle note vicende giudiziarie di... OK, cambiamo discorso. Dicevo, la sentenza, per quanto importante, ha interessato la cosiddetta opinione pubblica in misura molto inferiore a quanto sarebbe successo in tempi diversi. In ogni caso, i commenti che ho letto e sentito sono più o meno tutte risposte a un'unica, semplice, esplicita domanda: "Siete d'accordo o no sulla possibilità che i single possano adottare un bambino?"
Quando ho ascoltato la notizia al telegiornale, a cena, il pensiero che mi è balenato in mente era leggermente diverso. La mia opinione sulla questione mi porta ad estendere la faccenda. Mi spiego meglio. Io sono favorevole ad estendere ai single il diritto all'adozione, sebbene un single per definizione non possa essere considerato una famiglia. Tuttavia, molto banalmente, penso che un bambino stia meglio insieme a una persona che gli vuole bene, piuttosto che in un orfanotrofio. Se è vero che in queste faccende occorre pensare in primis ai bisogni e al benessere del bambino, come si fa a tenerlo in una struttura come un orfanotrofio, accogliente quanto si vuole, quando potrebbe essere affidato all'amore di qualcuno che lo faccia crescere in un ambiente più "familiare" (vedi sopra)?
Però... Una delle principali obiezioni che vengono mosse contro il matrimonio gay (ovvero, come vivere nel Medioevo e non rendersene conto) è che estendere il diritto di famiglia alle coppie omosessuali comporterebbe concedere anche tutti i diritti propri delle famiglie eterosessuali, compreso quello all'adozione. E qui scattano le dissertazioni più aberranti sulla necessità per un bambino di crescere in un ambiente familiare "naturale", e di avere due figure di riferimento, una maschile e una femminile. Premesso che, come si sarà capito, reputo barbare queste argomentazioni, con tutta la buona volontà non riesco a non trovare un'ipocrisia spaventosa in tutto ciò.
Volendo per un attimo seguire un ragionamento logico, partendo dalle obiezioni sull'adozione per le coppie gay, vorrei tanto capire come fa un single a soddisfare meglio che due gay il bisogno di un bambino a crescere con due figure di riferimento. Se 1 + 1 = 2, sarebbe il caso di dire...
Ma si sa, per alcuni, la matematica è un'opinione.

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