Il pastore cerca sempre di convincere il gregge che l'interesse delle pecore ed il proprio siano gli stessi.
Stendhal
Un colpetto in più alla cultura politica occidentale degli ultimi secoli, una leccatina al Vaticano, una ripassatina a quella fetta di devoti del Vangelo che Gesù definiva "poveri in spirito". Con un solo discorso, Berlusconi ha svolto diversi compiti. Non so se stavolta li ha fatti per bene, però.
Partiamo dall'oscenità sulla scuola pubblica, "una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli". Non mi soffermerò sul concetto che la scuola deve essere di Stato e che le idee trasmesse dalla scuola devono essere indipendenti da quelle della famiglia, altrimenti il pensiero indipendente va a farsi friggere. Non ne ho davvero voglia. Mi ha colpito la scelta del verbo: inculcare. Sono davvero convinto che sia uno scivolone, il più classico lapsus freudiano. L'idea di questa persona è che gli insegnanti inculchino idee nelle menti degli alunni. E non solo gli insegnanti, anche i genitori! Io non sono ancora genitore, ma quando penso a come educherò i miei figli, mi piace pensare che il concetto più importante che vorrò trasmettere è di non farsi inculcare idee in testa da nessuno, tanto meno da me (rimando al bel post sul blog di Alessandro Gilioli). Ma tanto i miei figli probabilmente non sopravviveranno i 4 anni, perché li mangerò io prima.
Argomento gay e adozioni: "Finché governeremo noi non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, così come non ci saranno adozioni per genitori single". Ho già detto cosa penso delle adozioni e dei gay, quindi non mi ripeto.
Il punto su cui voglio riflettere è il contesto nel quale Berlusconi ha tenuto il suo discorso, il congresso dei Cristiani Riformisti. Trovo in tutto ciò innumerevoli incongruenze.
Prima di tutto, come è possibile che la nostra cultura, figlia dell'Illuminismo, della Rivoluzione Francese, del Risorgimento, si tolleri la presenza di un movimento politico che ha la sua identità fondante nella religione? Riusciremo mai a metterci alle spalle 50 anni di Democrazia Cristiana? Gli appartenenti e i sostenitori dei Cristiani Riformisti inorridiscono all'idea che in Egitto vada al potere il partito dei Fratelli Musulmani. Ma come? Perché i cattolici sono una fetta di elettorato importante, da rispettare e blandire, mentre i musulmani in Tunisia sono una minaccia per la democrazia? La risposta ricorrente è "perché i musulmani in Tunisia sono integralisti, e non distinguono la religione dalla politica". Ma non è per caso la stessa cosa che fanno i cattolici, scagliandosi contro i gay perché sono peccatori, o l'aborto perché il Vaticano stabilisce che un embrione è già una vita umana? L'integralismo religioso è pericoloso, sia che si manifesti sotto forma di mezzaluna che di croce.
Mi metto nei panni di un cristiano riformista. Chi viene a parlare a un mio convegno? Un pluridivorziato, ultimamente beccato a trastullarsi in orge con minorenni a casa sua. Quanto meno dovrei alzare un sopracciglio. E invece avete visto le reazioni di ieri al discorso di Berlusconi? Ovazioni e applausi a scena aperta. Non riesco a trovarci un senso.
Più coerente mi sembra l'atteggiamento del Vaticano, non a caso ben diverso da quello dei cristiani riformisti. Ho detto coerente, non certamente apprezzabile. Il Vaticano si comporta da quello che è, ossia una lobby di potere. Berlusconi concede enormi privilegi alla Chiesa cattolica, soprattutto economici e di potere (vedi scuole private ed esenzione ICI), in cambio di un silenzio-assenso sui suoi scandali sessuali e del supporto della frangia cattolica manovrabile dell'elettorato. Ho come l'impressione che il Vaticano sia più furbo di Berlusconi. Infatti più che silenzio-assenso, finora ho notato un silenzio tombale, seguito da dichiarazioni gelide, come quella successiva alla celebrazione dell'anniversario del Concordato. A me sembra che la Chiesa cerchi di mantenere una posizione apparentemente indipendente dall'attuale governo, in modo da non essere tacciata di collaborazionismo quando Berlusconi non ci sarà più.
Credo (o spero?) che questa strategia riduca di volta in volta l'influenza diretta della Chiesa sul voto della popolazione. Molto banalmente, non credo che i cento che oggi obbediscono e votano X, domani obbediranno e voteranno Y. Magari di ritroveranno in ottanta. Ovviamente questo può avvenire solo se l'istruzione, la cultura e l'autonomia intellettuale vengono coltivate. Infatti il papa non perde occasione per criticare l'educazione civica e sessuale e il "relativismo" moderno, che altro non è che la criticità nei confronti del pensiero imposto.
"Non posso passare sotto silenzio un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione". Non sono le parole di Bonifacio VIII, ma di Benedetto XVI.
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